Autore: Dott. Riccardo Della Ciana.
L’odontoiatria, come molte altre branche della medicina, è coinvolta in un continuo progresso delle tecniche di diagnosi, delle soluzioni terapeutiche, e delle procedure operative. Basti pensare all’enorme sviluppo che ha determinato l’implantologia, offrendo ai pazienti nuove possibilità di riabilitazione protesica. Del resto, anche i sistemi di lavoro usati dai dentisti, vanno incontro ad un miglioramento e ad un perfezionamento continuo. La ricerca di una sempre maggiore qualità delle prestazioni erogate, il bisogno di migliorare le procedure operative, rendendole nello stesso tempo più semplici, precise e prevedibili sta spingendo gli odontoiatri ad utilizzare la digitalizzazione dei dati e la loro elaborazione computerizzata.
Questo avviene sempre di più nella radiologia (tecniche 3D), nella chirurgia implantare (Computer Aided Implantology) e nell’ortodonzia (studio dei modelli virtuali e simulazione dei movimenti ortodontici, come anche nella realizzazione di allineatori). Anche la protesi sta adottando le tecniche CAD-CAM dai processi industriali per la realizzazione dei manufatti. Queste tecniche prevedono l’utilizzo del computer sia nella fase di acquisizione dei dati digitali (scannerizzazione) che nella fase del disegno e della progettazione e, per finire, anche nella fase di realizzazione del manufatto protesico.
In questo caso abbiamo utilizzato il Cerec della Sirona per la finitura protesica di un impianto singolo Leone, in posizione 24 in un giovane adulto di sesso maschile (Figg. 1, 2). Il Cerec racchiude in sé uno scanner intraorale, un software di progettazione protesica e un’unità di fresaggio del pezzo protesico (ricavato per sottrazione da un blocco di ceramica presinterizzata). Nell’utilizzo del Cerec sugli impianti Leone, dopo una curva di apprendimento iniziale, abbiamo scelto di effettuare la scansione su un modello in gesso per CAD-CAM, dopo aver preso un’impronta tradizionale con il transfer (Fig. 3).
Nei primi casi facevamo la scansione direttamente in bocca, dopo aver preparato i monconi in titanio e posizionato il filo di retrazione. Purtroppo, il profilo di emergenza della corona non risultava ideale, non potendo posizionare il margine di chiusura del manufatto protesico sufficientemente sotto il margine gengivale per i limiti imposti dalla capacità di lettura dello scanner intraorale.
Il modello in gesso viene realizzato posizionando della gengiva finta nella zona perimplantare, che ben riproduce i tessuti molli ed il tragitto transmucoso del moncone (Fig. 4). Dopo aver preparato il moncone utilizzando il manico per monconi Leone e frese per titanio (Fig. 5), questo viene provato sul modello (Fig. 6). Il margine di preparazione è posizionato circa 3 millimetri sotto il bordo gengivale in modo che il profilo di emergenza della corona, dai tessuti molli, risulterà più naturale e con un angolo più acuto rispetto all’asse del dente.
A questo punto è possibile rimuovere la gengiva finta fino a scoprire completamente il margine di preparazione sul moncone in titanio (Figg. 7 e 8); quest’ultimo, prima di procedere con la scansione, verrà reso opaco con un apposito spray (Fig. 9). Viene, quindi, effettuata la scansione della zona del moncone, della relativa zona antagonista, e della chiave di intercuspidazione al fine di creare un modello virtuale (Fig. 10). Si procede con la progettazione virtuale della corona al Cerec (Fig. 11) ed infine con il suo fresaggio.
Una volta terminato il fresaggio della corona in disilicato di litio presinterizzato IPS e.max (Ivoclar Vivadent) (Fig. 12), si procede con le relative prove sul moncone e sul modello effettuando eventuali ritocchi occlusali o sui punti di contatto. Si passa poi alla fase di caratterizzazione e glasura (Fig. 13) ed infine alla cottura in forno con un programma apposito per il disilicato di litio. Terminata la cottura (Fig. 14), la corona è pronta per essere consegnata al paziente e dopo una breve prova in bocca dell’unità moncone-corona (Fig. 15), si passa alla cementazione extra-orale (Fig. 16), seguita dalla lucidatura del margine di cementazione.
Non resta che passare all’inconamento dell’unità moncone-corona utilizzando una bacchetta di legno per non danneggiare la ceramica (Figg. 17, 18).
La figura 19 mostra il controllo clinico a 1 mese dalla protesizzazione.
- Fig. 1 – RX di controllo: impianto Leone Ø 4,8 x 12 mm in posizione 24
- Fig. 2 – Impianto Leone con tappo di guarigione, pronto per la fase protesica
- Fig. 3 – Impronta tradizionale con transfer e gengiva finta perimplantare, pronta per essere colata
- Fig. 4 – Impronta colata con gesso per CAD-CAM. Buoni i dettagli del tragitto transmucoso perimplantare
- Fig. 5 – Moncone montato sul manico per monconi Leone per il fresaggio. È stato segnato il livello dei tessuti molli. La preparazione è fatta circa 3 mm sotto il margine gengivale
- Fig. 6 – Prova del moncone fresato sul modello in occlusione
- Figg. 7, 8 – Visione del margine di preparazione dopo aver tolto la gengiva finta
- Fig. 8
- Fig. 9 – Moncone opacizzato, pronto per la scannerizzazione
- Fig. 10 – Modello virtuale. Si noti la perfetta corrispondenza con il modello reale
- Fig. 11 – Dopo il progetto, la corona virtuale è ora pronta per essere fresata. Si noti il suo posizionamento all’interno del blocco di disilicato di litio presinterizzato
- Fig. 12 – Vista della corona subito dopo il fresaggio provata sul moncone e poi sul modello
- Fig. 13 – Glasura e caratterizzazione della corona ed infine cottura in forno
- Fig. 14 – Prova della corona sul moncone a cottura ultimata
- Fig. 15 – Prova in bocca del moncone
- Fig. 16 – Cementazione extra-orale
- Fig. 17 – Inconamento dell’unità moncone-corona
- Fig. 18 – Vista della corona appena inconata in posizione 24. Si noti una zona di ischemia al colletto che sparirà in pochi minuti. L’elemento 25 è in fase di trattamento conservativo
- Fig. 19 – Controllo clinico a 1 mese