Autori: Dr. Camillo Ubaldo Laici, Dr. Marco Messi.
Paziente di sesso femminile di anni 48, affetta da parodontopatia cronica a lenta evoluzione in fase terminale. Dato che la paziente rifiuta la chirurgia ossea avanzata con prelievo di cresta iliaca per la ricostruzione dell’arcata superiore che presenta estrema atrofia ossea, si stabilisce un piano di trattamento che prevede terapia iniziale e splintaggio degli elementi residui dell’arcata inferiore; bonifica dell’arcata superiore; protesi totale immediata provvisoria. Successivamente sono stati inseriti sei impianti post estrattivi differiti di diametro 3.3 x 12 mm in posizione 11-12-13-21-22-23.
Secondo la procedura a due tempi, il carico è stato effettuato a distanza di otto mesi ad avvenuta osteointegrazione. Scolpito il lembo a tutto spessore con scheletrizzazione ossea con l’aiuto di una dima chirurgica eseguita in base alla ceratura diagnostica, sono stati inseriti gli impianti, in due casi non è stato possibile mantenere il parallelismo degli stessi per l’esiguità dello spessore osseo. Riposizionato il lembo con sutura continua, la paziente è stata istruita a non sovraccaricare la zona con la protesi provvisoria debitamente scaricata.
A distanza di circa sei mesi le sono stati inseriti i tappi di guarigione e la protesi sovrastante adeguatamente ribasata. Riguardo alla protesi definitiva si è optato per una protesi telescopica che ha vantaggi funzionali ed estetici notevoli per il fatto che la flangia vestibolare compensa la notevole atrofia centripeta nei tre piani dello spazio. L’impronta è stata rilevata con la tecnica a strappo (fig. 1) secondo il protocollo protesico degli impianti Exacone®. Dopo aver eseguito i corretti scudi gengivali, lo sviluppo del modello master viene eseguito con l’utilizzo di analoghi e l’impiego di gesso tipo IV con tecnica monofase (figg. 2, 3, 4). Ricavato il modello, si realizza una placca di registrazione occlusale in resina (figg. 5, 6, 7, 8) e si rileva la corretta dimensione verticale tramite la verifica del piano di Francoforte e prove fonetiche in armonia con le linee del sorriso.
Il tutto viene perfezionato con l’esito di un arco facciale individuale per facilitare il trasferimento in articolatore. Con un progetto già stabilito siamo passati subito alla scelta dei monconi che saranno utilizzati per la realizzazione di telescopiche che ci garantiranno tenuta e stabilità secondo i concetti già espressi dal Dott. Dario Castellani. Dopo una prima fresatura dei monconi, con guida diagnostica si eseguono delle cappe di trasferimento di resina ed un porta impronta individuale. Dopo il posizionamento dei monconi primari e l’unione delle cappe di resina effettuata con la tecnica polvere e liquido, si verifica che tutto abbia corrispondenza direttamente in bocca alla paziente (figg. 9, 10, 11, 12, 13).
Poi si procede alla funzionalizzazione del porta impronta individuale e quindi alla rilevazione dell’impronta con un poliestere di buona stabilità (fig. 14). Le cappe di trasferimento rimangono nell’impronta, dove successivamente saranno riposizionati i pilastri e quindi la realizzazione delle parti secondarie e dello scheletrato (figg. 15, 16, 17, 18). Per la parte estetica si è utilizzato del composito da laboratorio del tipo “Signum Heraeus” per il gruppo anteriore da 13 a 23, posteriormente sono stati impiegati dei denti in commercio tipo “Premium Heraeus” (figg. 19, 20, 21).
Si completano la zeppatura e la realizzazione delle flange vestibolari con una resina acrilica.
La passivazione tra impianti e scheletrato è garantita da un cuscinetto di resina F.G.P. “Bredent” realizzato direttamente sul modello.
Conclusione: abbiamo optato per una protesi telescopica su impianti per gli evidenti vantaggi estetici e funzionali nei casi di grave atrofia ossea centripeta (figg. 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28).
Realizzazioni protesiche: Laboratorio Odontotecnico Claudio Santori, Tortoreto Lido (TE)