Autori: Dott. Alberto Frezzato, Dott.ssa Irene Frezzato.
Per noi utilizzatori di impianti conometrici Leone, standard e short, si presenta l’opportunità di impiegare i nuovi impianti “root form” Exacone® Max Stability, a superficie totalmente rugosa, che permettono di affrontare in maniera ottimale alcune particolari situazioni cliniche. Tali impianti sono autofilettanti grazie a spire accentuate ed aggressive, presentano un diametro di 3,75 mm o di 4,5 mm, e una connessione per monconi rispettivamente da 3,3 e da 4,1 mm.
Quindi monconi e componentistica protesica sono gli stessi degli altri impianti Exacone®. La lunghezza è sovrapponibile agli standard, da 8 mm, 10 mm e 12 mm. Tale tipologia di impianti risponde all’esigenza di disporre di un dispositivo maggiormente aggressivo in caso di osso a scarsa densità (dove permette di ottenere una stabilità primaria ottimale, importante soprattutto nelle procedure di carico immediato).
Altra indicazione è rappresentata dalla procedura E.R.E. (Edentolous Ridge Expansion) in presenza di spessore osseo ridotto come nelle classi 4 di Cawood ed Howell. In tali evenienze necessita eseguire una split crest: soprattutto in presenza di creste ossee a clessidra risulta utile una forma conica dell’impianto, che permette di ridurre l’entità della frattura ossea a livello del restringimento a clessidra. Ulteriore indicazione può essere l’impianto post-estrattivo immediato: in tale procedura è necessario inserire l’impianto in un sito chirurgico, diverso dall’alveolo anatomico, secondo principi di posizionamento tridimensionale dell’impianto e protesicamente guidato. La forma conica dell’impianto permette un utilizzo anche in situazioni anatomiche sfavorevoli, con ridotto spazio interradicolare. Le spire aggressive permettono l’ottenimento di una stabilità primaria ottimale, presupposto indispensabile nelle procedure di carico immediato.
Di seguito presentiamo alcuni case report riferentesi a tali indicazioni, nostre prime esperienze cliniche con i nuovi impianti Max Stability che completano la gamma Exacone® fornendo l’opportunità di affrontare con successo le varie evenienze cliniche.
Caso 1
Gli impianti Exacone® Max Stability possono essere utilizzati in siti guariti, dopo bioinnesto post-estrattivo, in cui si esegue l’inserimento implantare secondo principi M.I.S. (Minimally Invasive Surgery): mini lift, con osteotomi, in tecnica flapless, procedura standard (Figg. 1-8).
Caso 2
Un esempio di utilizzo di impianti Exacone® Max Stability in creste di ridotto spessore è rappresentato da questo caso in cui si posiziona un impianto singolo diametro 4,5 mm in sede 24, dopo split crest con piezosurgery (Figg. 9-14).
Caso 3
Inserimento di impianti Exacone® Max Stability diametro 3,75 mm in un caso di cresta edentula di ridotto spessore al secondo quadrante, in cui la tecnica di preparazione osteotomica dei siti implantari si associa al bioinnesto (Figg. 15-21).
Caso 4
Impianto diametro 4,5 mm post-estrattivo immediato in sede 24, in tecnica monofasica, con inserimento di bioinnesto nel gap impianto-alveolo (Figg. 22-28).
Caso 5
Impianto singolo in sede 14 a carico immediato su sito stabilizzato, per recupero “eroico” di pregressa protesi implanto-supportata inserita da oltre 20 anni, dopo fallimento di pilastro implantare. L’impianto in sede 14 era fallito per periimplantite e la protesi di due elementi era supportata solo dall’impianto 13. La paziente si era presentata alla nostra osservazione con la protesi staccata, al seguito della frattura della vite di connessione sull’impianto 13. Il trattamento immediato ha previsto il posizionamento in sede 14 di un impianto Exacone® Max Stability di 4,5 mm di diametro, con connessione immediata di un moncone in titanio, la sostituzione della vite di connessione sul moncone del pregresso impianto 13, il riadattamento in resina della corona sul moncone 14, e la cementazione della vecchia protesi su vecchio e nuovo pilastro (Figg. 29-39).
Caso 6
Un altro esempio di recupero di pregressa protesi frontale di 3 elementi, supportata da un impianto in sede 11 e da un pilastro dentale in sede 21. Il pilastro dentale si è fratturato per carie destruente, con conseguente distacco della protesi. In un unico tempo si è proceduto, come trattamento d’urgenza, a recuperare la protesi inserendo un impianto post-estrattivo immediato in sede 21, seguito da connessione di un moncone temporaneo in ultrapolimero PEEK su cui si è modellato un moncone in resina di forma complementare alla corona protesica. La protesi è stata cementa sul pilastro implantare preesistente in sede 11 e sul moncone temporaneo su pilastro implantare in sede 21 (carico immediato). Successivamente, a guarigione avvenuta, si potrà connettere un moncone definitivo in titanio, riadattare e cementare la protesi pregressa, che verrà ancora recuperata (Figg. 40-50).