Autori: Dott. Marco Buscia.
Giunge alla nostra osservazione un paziente di 38 anni che lamenta un forte fastidio a carico del 47, già elemento di ponte.
Dalla radiografia si nota una infezione periapicale accompagnata da un certo grado di riassorbimento radicolare (fig. 1).
Considerata la prognosi non favorevole del ponte presente, consigliamo al paziente l’inserimento di 2 impianti in sostituzione dei 45, 46.
Poiché dopo una cura antibiotica il fastidio è passato decidiamo di mantenere il 47 almeno come pilastro di un ponte provvisorio durante l’osteointegrazione delle fixtures.
Infatti, qualora possibile, l’utilizzo di una protesi provvisoria fissa sopra le fixtures dà ottimi vantaggi sia nel mantenimento degli spazi, che nella protezione da forti stimoli meccanici dovuti alla masticazione e all’azione della lingua.
Rimuoviamo quindi il ponte definitivo e inseriamo 2 impianti Exacone®; visto che la cresta ossea è ridotta per l’assenza prolungata degli elementi dentali, dobbiamo usare delle fixtures di diametro piccolo (3.3 mm) e, data la vicinanza al forame mentoniero, il 45 ha lunghezza 8 mm (figg. 2, 3, 4).
L’impiego di impianti Exacone® di piccolo diametro nei settori posteriori anche se non rappresenta la scelta ottimale, alla luce delle nuove esperienze è comunque valido e consente di evitare ulteriori interventi non sempre accettati dai nostri pazienti.
Nella nostra pratica clinica vogliamo però che tali fixtures siano vicine (se possibile in assenza di pontic) e unite da una struttura protesica.
Decidiamo di impiegare una tecnica bifasica perché la presenza di tappi di guarigione renderebbe più complessa l’igiene orale sotto il ponte provvisorio (figg. 5, 6).
Al momento del rientro chirurgico per inserire i tappi di guarigione (figg. 7, 8) di cui mostriamo anche il controllo radiografico (fig. 9), notiamo che sopra la fixture anteriore c’è addirittura apposizione di osso neoformato che siamo costretti a fresare per poter togliere il tappo di chiusura (fig. 10).
Inseriamo quindi 2 tappi di guarigione Leone di altezza transmucosa 3 mm diametro large (fig. 11).
Procediamo alla presa della impronta e forniamo al laboratorio tutti i dati per completare la struttura su impianti insieme a quella sui monconi naturali (figg. 12, 13).
Come si rende evidente dallo sviluppo dei modelli in gesso, le fixtures si trovano in posizione lingualizzata per il riassorbimento della cresta residua (figg. 14, 15).
Ciò determina, per la successiva protesizzazione, l’impiego dei monconi inclinati (figg. 16, 17, 18, 19, 20).
Come per altri casi, l’impiego degli impianti Exacone® ci conforta molto soprattutto nelle fasi successive alla protesizzazione.
Infatti, nonostante le nostre raccomandazioni, non sempre i nostri pazienti sono scrupolosi nel mantenere una adeguata igiene orale, come si può ben vedere dalle nostre immagini, ma grazie al platform switching e alla connessione Exacone® i successivi controlli a 5 mesi testimoniano una assenza di riassorbimento osseo coronale (figg. 21, 22) e soprattutto una gengiva aderente periimplantare priva di segni di infiammazione.
Realizzazioni protesiche:Â Laboratorio odontotecnico Guglielmi e Pianosi – Pesaro