Il Digital Service e gli antichi Egizi – Una mummia rivive grazie alle nostre tecnologie digitali e dopo quasi 4.000 anni le viene restituita una identità

Novembre, 2015
Exacone News 21

Autori: Ing. Sara Savasta, Prof. Matteo Borrini.

La Leone, in collaborazione con un esperto di Antropologia Forense di fama internazionale Prof. Matteo Borrini (Liverpool John Moores University) e con la Soprintendenza Archeologica Toscana e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha partecipato alla ricostruzione facciale 3D di una mummia dell’Antico Egitto.

In occasione dell’XI Congresso Mondiale di Egittologia, il reparto Digital Service Leone ha contribuito alla ricostruzione facciale di una Mummia conservata al Museo Archeologico di Firenze.
La mummia di Kent, appartenente alla XVIII-XIX dinastia (1550-1185 a. C.), è conservata nella sala n. VI del Museo Egizio di Firenze, secondo museo italiano per importanza e quantità di reperti dopo quello di Torino.
Per questo progetto la mummia è stata prelevata dal suo sarcofago ed è stata portata in un centro radiologico per eseguire una TC. Questo esame, in questi casi particolari, costituisce una tecnica non invasiva e conservativa per scoprire cosa è racchiuso sotto le bende ed acquisirne il contenuto in formato digitale 3D.

Il CD con l’esame TC è stato inviato al Digital Service che ha elaborato le immagini via software con strumenti e filtri dedicati.

Fig. 6 – Elaborazione 3D dell’esame con filtri specifici

Il cranio 3D così ricostruito dalle immagini TC è stato stampato in ABS con una delle nostre stampanti 3D di ultima generazione.   

Sopra il nostro cranio, l’esperto di Antropologia Forense Prof. Matteo Borrini ha ricostruito il volto di KENT. Seguendo il protocollo di Manchester, acclarato da innumerevoli studi scientifici condotti su soggetti appartenenti a razze, età e sesso diversi, il Prof. Borrini ha dapprima applicato degli spessori calibrati caratteristici dei vari punti repere identificativi del volto, poi ha iniziato a ricostruire le fasce muscolari, fino ad arrivare alla superficie del viso secondo le fasi riassunte dalle foto seguenti. Il materiale usato per la ricostruzione è una resina molto particolare; la resa del colore finale è stata progettata in modo che la ricostruzione del volto si armonizzasse bene all’interno delle sale del Museo. I capelli, non identificativi e caratterizzanti un soggetto maschio, sono stati però aggiunti basandosi sulle pettinature standard dell’epoca.

LE FASI DELLA RICOSTRUZIONE

Il risultato è stato presentato alla Conferenza tenutasi durante il Congresso Mondiale di Egittologia e lo stesso è stato mostrato il 19 settembre al Museo Archeologico in occasione della Giornata Europea del Patrimonio.

Ecco KENT

Novembre, 2015 - Exacone News 21