Autore: Dr. Leonardo Targetti.
I casi presentati di seguito hanno lo scopo di mostrare la costanza della qualità e della quantità dei tessuti molli dopo essere stati condizionati dal tappo di guarigione. Gli eccellenti risultati sono principalmente dovuti alla geometria del tratto transmucoso del sistema implantare Leone caratterizzato da un diametro ridotto e da una forma conica, dalla connessione autobloccante conometrica assolutamente stabile e priva di micromovimenti, progettata sia per il tappo di guarigione che per il moncone.
A queste peculiarità si aggiunge la possibilità di applicare la tecnica monofasica che evita il secondo trauma a carico della gengiva e permette una traslazione dei tessuti molli equivalente al diametro del tappo. Dalle immagini dei casi successivi si può notare come il tunnel gengivale non lascia intravedere il bordo dell’impianto, ma esclusivamente il cono presente al suo interno. In questo modo i tessuti molli formano una vera e propria barriera contro placca e batteri. L’osso corticale peri-implantare inoltre è protetto da possibili contaminazioni esterne poiché risulta notevolmente ridotto il perimetro del sigillo mucoso.
Caso 1
I tessuti condizionati in zona 15 alla rimozione del tappo di guarigione applicato al momento dell’inserimento dell’impianto (figg. 1,2). Si noti in particolare la salute e la quantità di gengiva aderente attorno al tappo (fig. 3). Viene presa un’impronta con il transfer, con tecnica sandwich. In questo caso si evidenzia la perfetta congruità dei tessuti intorno al transfer (fig. 4). La connessione transfer/impianto permette un facile e affidabile inserimento del moncone da impronta dentro l’impianto e la ritenzione del transfer all’interno dell’impronta (figg. 5-7). In laboratorio si costruisce una corona in composito adesa primariamente sul moncone in titanio. Questa tecnica è realizzabile solo con l’utilizzo di monconi di titanio pieni e di una connessione impianto/moncone conometrica (figg. 8-13). La corona integrata sul moncone è inserita direttamente dentro l’impianto (figg. 14,15).
Si noti l’evidente analogia del complesso moncone/corona con il dente naturale e la perfetta integrazione del restauro nei tessuti circostanti (figg. 16-18).
Realizzazioni protesiche: Laboratorio Picchi – Perugi – Petroni di Firenze
Caso 2
Il tappo di guarigione in zona 45 è rimosso per la presa dell’impronta. Si evidenzia che la gengiva aderente dei denti adiacenti all’impianto non supera il millimetro e mezzo, mentre intorno al tappo l’altezza degli stessi è stata incrementata fino a 4 mm (figg. 1–2). In particolare il tunnel mucoso è ispessito grazie alla modalità chirurgica monofasica. L’integrazione del restauro protesico nei tessuti molli circostanti è ottima (figg. 3-6).
Realizzazioni protesiche: Laboratorio Firenze Ortodonzia di Firenze
 Caso 3
Si noti l’abbondanza dei tessuti aderenti in zona 46 dove non è facile ottenere lo stesso risultato anche con tecniche chirurgiche dedicate (figg. 1-3). Particolare della zona che denota lo stato di salute della gengiva (fig. 4). Dopo aver preparato il moncone e la cappetta in laboratorio (figg. 5-8), il lavoro è provato in bocca (figg. 9-11). Il restauro protesico terminato (fig. 12).
Realizzazioni protesiche:Â Laboratorio Firenze Ortodonzia di Firenze
Caso 4
Al paziente, di anni 33, è stato inserito un impianto Ø 4,1 mm in posizione 25 con tecnica a due fasi chirurgiche (figg. 1-9). Il tappo di guarigione, applicato dopo 3 mesi dall’inserzione dell’impianto, condiziona i tessuti molli in modo da costituire un perfetto sigillo (fig. 10). La gengiva si modella sul gambo del tappo di guarigione e, grazie all’analoga geometria, successivamente sul tratto transmucoso del moncone (fig. 8). A maturazione dei tessuti molli è stato rimosso il tappo di guarigione (fig. 11) per la presa dell’impronta: il transfer è stato inserito a pressione dentro l’impianto ed è ritenuto al suo interno tramite l’esagono consentendo l’esatto trasferimento della posizione dell’impianto (fig. 12). Il transfer grazie alla sua particolare geometria risulta particolarmente stabile nel materiale da impronta. È stato riposizionato il tappo di guarigione, sviluppato il modello, preparato il moncone e in seguito realizzata la corona. Dopo aver provato il manufatto protesico in bocca al paziente ed averne verificata la congruità , il pilastro è stato attivato (fig. 13) e la corona metallo-ceramica cementata in modo convenzionale (fig. 14).
Realizzazioni protesiche:Â Laboratorio Firenze Ortodonzia di Firenze