Dott. Massimo Barbera
Libero professionista a Padova
Dott. Nazario Go
Libero professionista a Montegrotto Terme – Pd
Dott. Alberto Fioretti
Libero professionista a Vicenza
Nella nostra pratica clinica ci troviamo spesso a dover rispondere alle esigenze ed aspettative sempre crescenti dei nostri pazienti.
Tra le più frequenti troviamo sicuramente la rapidità di esecuzione, una estetica immediata ed una prognosi sicura associata a costi sempre più contenuti.
L’articolo illustra l’esecuzione di una protesi di dodici elementi avvitata su impianti con carico immediato in paziente edentulo in regione mascellare superiore, utilizzando il protocollo fornito dalla Leone per la protesi avvitata.
Questa metodica unisce le grandi doti della connessione conometrica (altissima resistenza ai carichi dislocanti dovuta all’assoluta stabilità del sistema impianto-abutment e annullamento dei micro gap che garantiscono un eccellente mantenimento dell’osso marginale) alla possibilità di gestire senza limitazioni il parallelismo delle emergenze implantari anche durante la fase chirurgica.
Caso clinico
Si presenta alla nostra attenzione un paziente di sesso maschile di anni 80, in ottima salute, non fumatore, con edentulia mascellare, portatore di protesi totale superiore, che ci chiede di migliorare la propria situazione clinica.
Dalla valutazione clinica e radiologica si evince che la quantità e qualità del tessuto osseo risultano adeguate per l’esecuzione di una riabilitazione implanto-protesica a carico immediato su sei impianti (Fig. 1).
Occlusalmente non si riscontrano perdite di dimensione verticale, quindi si decide per l’utilizzo della vecchia protesi, dopo le opportune modifiche, come provvisorio avvitato su impianti.
Dopo aver eseguito un’incisione crestale e successivo scollamento del lembo gengivale a tutto spessore e aver valutato le emergenze protesiche ideali, si procede all’inserimento di quattro impianti Leone Exacone da 3.3 mm di diametro per 10 mm di lunghezza e due da 4.1 mm di diametro per 12 mm di lunghezza in sede da canino a secondo premolare bilateralmente (Figg. 2, 3).
Una volta inseriti gli impianti, abbiamo potuto scegliere durante la chirurgia l’angolazione più opportuna per riuscire a parallelizzare tutti gli impianti grazie all’utilizzo di un kit di monconi di prova in materiale plastico replicanti fedelmente la gamma dei monconi definitivi (Figg. 4, 5).
I monconi di prova permettono al clinico di gestire in modo diretto e semplice un passaggio cruciale nella conduzione del carico protesico. Sono stati scelti due monconi da 4,1 mm di diametro GH 3, uno diritto e uno angolato a 15° e quattro monconi da 3,3 mm di diametro GH 3, uno diritto e tre angolati a 15°.
Abbiamo rimosso l’esagono apicale ai monconi angolati e avvitato i transfer PickUp ai monconi per protesi avvitata (Fig. 6). I monconi sono stati posizionati negli impianti, orientati e parallelizzati. Dopo aver trovato le posizioni più idonee abbiamo attivato la connessione conometrica battendo sulle viti PickUp.
Abbiamo opportunamente modificato la vecchia protesi utilizzandola come cucchiaio individuale per prendere un’impronta di precisione (Figg. 7-9).
I monconi per protesi avvitata, che rimangono in bocca, vengono protetti con delle apposite cuffie di protezione (Fig. 10).
La radiografia di controllo evidenzia il corretto posizionamento degli impianti (Fig. 11).
In poche ore l’odontotecnico riadatta la vecchia protesi rinforzata, trasformandola in un provvisorio avvitato su impianti (Figg. 12-14).
Dopo quattro mesi, ad osteointegrazione avvenuta, procediamo con la consegna della protesi totale definitiva avvitata su impianti (Figg. 15-20).
Conclusioni
Questa metodica permette di riabilitare un’arcata edentula con una protesi totale su impianti nel giro di poche ore garantendo una estetica ottimale e un discomfort limitato per il nostro paziente.
La moderna letteratura evidenza come la predicibiltà dell’osteointegrazione di un impianto a carico immediato dipenda molto dall’assenza di micromovimenti. Risulta quindi importante riuscire a creare una struttura protesica la cui biomeccanica mantenga tali micromovimenti al di sotto della soglia di tolleranza.
L’utilizzo della vecchia protesi assicura inoltre il mantenimento della dimensione verticale del paziente.
Realizzazioni protesiche:Â Otd. Francesco Zacchettin, Lab. Dental Division (Padova)