Autori:Â Dott. Pasquale Paone, Sig. Giampaolo Rossi.
Paziente maschile di 49 anni.
Si presenta per algia al 3.5 trattato, due anni prima, con terapia canalare e ricostruzione con perno in fibra.
Alla radiografia iniziale di controllo (fig. 1) è presente un ponte su intarsi 3.5-3.7 che è stato separato a livello del 3.5 per eseguire le terapie su tale elemento; il 3.5, che risulta devitalizzato e ricostruito, presenta un’area di radiotrasparenza in sede apicale.
Il paziente chiede di riabilitare il molare mancante (3.6) con un impianto.
Dopo l’esecuzione degli accertamenti di routine (fotografie, modelli studio, OPT, TAC) e in base alle richieste del paziente, si stabilisce il seguente piano di trattamento che prevede:
– ritrattamento, ricostruzione con perni in fibra e corona zirconia-ceramica su 3.5;
– impianto osteointegrato, moncone in titanio-zirconia e corona in zirconia-ceramica in regione 3.6;
– ricostruzione diretta in composito di 3.7.
Si procede al ritrattamento del 3.5 che, già pochi giorni dopo la terapia, diventa asintomatico (fig. 2).
A livello del 3.6, dove è presente un insufficiente diametro trasverso dell’osso mandibolare (spessore crestale di appena 2 mm), si decide di eseguire una tecnica di espansione dell’alveolo chirurgico con bone expanders dedicati.
Previa incisione e scollamento del lembo a tutto spessore, si realizza la preparazione dell’alveolo implantare, che viene espanso fino a permettere il posizionamento di un impianto Exacone® 4,1 x 10 mm sul quale è subito inserito il tappo di guarigione. Dopodiché si applicano le suture e si rileva una radiografia (figg. 3-7). L’espansione è avvenuta in circa 1h 15’ con il paziente in sedazione, dopo il passaggio della fresa a pallina e di quella pilota. Si sottolinea come l’utilizzo di un impianto con sigillo conico per il mantenimento del tessuto osseo è fondamentale.
Atteso il periodo necessario per l’osteointegrazione, si esegue una radiografia di controllo, che accerta l’avvenuta integrazione, e si prosegue con il rilevamento dell’impronta con i transfer (figg. 8-9).
Le impronte sono state inviate al laboratorio, dove il nostro odontotecnico di fiducia ha provveduto a realizzare in zirconia sia il moncone implantare sia la cappetta per il dente naturale (figg. 10-14).
Ricevuto il lavoro dal laboratorio, si posiziona il moncone in titanio-zirconia – realizzato con tecnica originale – sull’impianto (figg. 15-17) e si esegue la prova metallo della cappetta sull’elemento naturale; si effettua una radiografia di controllo (fig. 18) per documentare il corretto adattamento delle strutture protesiche e si rileva l’impronta di posizione (fig. 19).
Vengono infine cementati i provvisori (figg. 20-22) e dimesso il paziente.
L’odontotecnico, sviluppate le impronte, realizza due corone in ceramica su zirconia (figg. 23-27) che, previa rimozione dei provvisori, pulizia e decontaminazione dei monconi stessi (fig. 28), sono cementate definitivamente (figg. 29-31); infine si procede alla verifica dell’adattamento occlusale e si esegue la radiografia finale di controllo (fig. 32).