Autore: Dott. Renato Turrini.
Questo caso clinico riguarda una signora di 71 anni, affetta da edentulia inferiore che chiede una protesi fissa.
Eseguo Cone Beam inferiormente e progetto l’inserimento di 4 impianti Max Stability 3,75 x 14 mm, i due mesiali in zona anteriore tra i siti post-estrattivi 42 e 41, 32 e 31, e i due distali superiormente all’uscita del nervo mentoniero dx e sx in zona 44 e 35 (Fig. 1). Dieci giorni prima dell’intervento vengono eseguite le estrazioni delle radici residue non recuperabili.
Come prima manovra sollevo un lembo a tutto spessore da 46 a 36 (Figg. 2, 3) e regolarizzo la cresta ossea con manipolo dritto sotto abbondante irrigazione di fisiologica, creando le condizioni ideali per realizzare il progetto implantoprotesico (Fig. 4). Isolo i due forami mentonieri dx e sx e disegno coronalmente sulla cresta la loro posizione per evitare di ledere strutture anatomiche primarie (Fig. 5). Eseguo sulla linea mediana, dapprima con fresa piezo e poi con la fresa di diametro 2,2 mm, un foro fino a 10 mm per alloggiare la dima chirurgica specifica per la tecnica “All-on-four” (Fig. 6). Questa dima, usata nella tecnica di Malò, presenta delle tacche che servono come riferimento e direzione al fine di inclinare a 30° o più gli impianti distali. Le tacche sono alte 10 mm e poste ad una distanza di 7 mm l’una dall’altra, pertanto tracciando la diagonale del rettangolo presente, otteniamo un’inclinazione di 35°.
Dapprima preparo il foro per l’impianto inclinato dx e poi per quello di sx, a questo punto tolgo la dima e inserisco i due impianti distali (Figg. 7-10), metto il pin di parallelismo in zona mediana e inserisco gli impianti dritti anteriori (Figg. 11-14). Ogni foro viene dapprima eseguito con fresa lanceolata da piezo e successivamente con le frese del sistema Exacone®. Dovendo raggiungere una stabilità primaria elevata (torque di inserimento maggiore di 35 Ncm) al fine di eseguire il carico immediato, dopo il passaggio della fresa svasatrice di diametro 3,3 passo solo in parte l’apposita fresa per osso denso per l’impianto Max Stability diametro 3,75. Riesco così ad ottenere un torque di inserimento molto elevato facendo attenzione nel portare in profondità gli impianti. Dopo l’avvitamento iniziale con il contrangolo (fino ad un torque di 50 Ncm), utilizzo il cricchetto per portare gli impianti in posizione finale ruotando in senso orario e anti orario (movimento di avanzamento alternato), avanzando quindi gradualmente con molta attenzione.
Negli impianti posteriori rimangono scoperte le spire nei siti post-estrattivi (Fig. 15); applico dei tappi di guarigione alti 7 mm e riempio i difetti con osso autologo e MBCP+, completo la rigenerazione con membrane di collagene (Figg. 16, 17). Dopo la sutura del lembo per prima intenzione (Fig. 18) tolgo i tappi ed inserisco gli appositi transfer per diametro 3,3 e prendo l’impronta. Il tecnico, con il modello in mano, sceglie gli appositi monconi per protesi avvitata con l’ausilio dei monconi di prova e prepara una struttura rigida provvisoria. Dopo 24 ore tolgo i tappi di guarigione ed incono i monconi per protesi avvitata, a dx angolato a 25°, a sx angolato a 35° ed anteriormente dritti (Fig. 19). Dopodiché avvito la corrispondente protesi provvisoria che per ora si ferma al livello dei premolari (Fig. 20), mentre la protesi definitiva, che verrà realizzata dopo circa 4 mesi, avrà una estensione fino al primo molare.
Ho scelto questo modo di procedere perché durante l’intervento chirurgico non avevo a disposizione varie altezze e angolazioni di monconi per protesi avvitata. Molto meglio è scegliere subito in bocca, con i monconi di prova, i monconi più idonei e inconare quindi immediatamente i monconi per protesi avvitata. Così facendo si prende un’impronta della posizione dei monconi già definitivamente inconati e si realizza con l’aiuto delle cappette in titanio, con facilità, una protesi avvitata passiva.
Ho frequentato diversi corsi sulla tecnica “All-on-four” e mi sono recato anche nella clinica Malò di Lisbona; cerco di mettere in pratica questa tecnica visto che in molti casi permette di evitare manovre importanti di rigenerazione ossea come “rialzo di seno” e “rigenerazione verticale”. Se l’osso è di buona qualità e gli impianti hanno un adeguato torque d’inserimento e un’adeguata lunghezza, una protesi avvitata è supportata in ottima misura da quattro impianti inseriti nella zona intraforaminale inclinando a 30°-35° gli impianti distali.
Realizzazioni protesiche: Laboratorio odontotecnico Soncini & Ceragioli – Pietrasanta (LU)