Autore: Dott. Renato Turrini.
La paziente, di 43 anni, presenta una grave atrofia ossea in senso vestibolo-palatino al livello del mascellare superiore di destra con assenza degli elementi dentari 14, 15, 16, 17 (fig. 1).
Si esegue un esame radiologico digitale Dentalscan® posizionando nella cavità orale una dima radiologica e un universal stent.
L’immagine TAC così ottenuta viene successivamente trasferita su supporto informatico CD leggibile con software dedicato Implant 3D (Media Lab srl – La Spezia) (figg. 2-6).
L’intero progetto implantologico, impostato ed elaborato su PC è inviato presso una struttura centralizzata dove, a mezzo di una tecnologia CAD/CAM, si trasforma la guida radiologica in guida chirurgica.
Previa anestesia locale (fig. 7), si inserisce la dima accertandone la corretta posizione, la stabilità e la perfetta congruità rispetto ai tessuti molli e duri (fig. 8).
Per questo caso si è progettato una chirurgia “assistita” (First Step) dove si guida solamente il passaggio della fresa pilota di 2,2 mm di diametro attraverso un’apposita boccola di 2,25 mm di diametro. (figg. 9-12).
L’inclinazione e la profondità del sito implantare sono state precedentemente determinate tramite l’ausilio del software e non sono, quindi, modificate nel corso delle procedure.
Dopo aver rimosso la dima dalla bocca della paziente (fig. 13), si effettuano dei controlli rx endorali per accertare la corrispondenza tra la progettazione e la realtà intraoperatoria (fig. 14).
Successivamente si realizza un lembo mucoso in corrispondenza della cresta ossea senza eseguire incisioni di rilascio. Data la scarsa quantità e qualità ossea, dopo il passaggio guidato della pilota, si è preferito procedere con la chirurgia tradizionale tramite gli osteotomi al fine di compattare ed espandere l’osso in zona 13 ed inserire i tre impianti come in precedenza pianificato. (figg. 15-24).
Dopo quattro mesi si procede con la seconda fase chirurgica.
Si inseriscono, previa incisione semicircolare, gli appositi tappi di guarigione.
In un secondo tempo, ottenuta una buona guarigione dei tessuti molli, si posizionano i transfer sugli impianti e si rileva un’impronta.
Una volta pronti i monconi, si prova e controlla radiologicamente il lavoro protesico per verificarne l’esatta congruità e precisione (figg. 25-27), si procede ad inconarli negli impianti e si cementano le corone di oro-porcellana.
Si termina il lavoro eseguendo sempre l’esame radiografico endorale (fig. 28) e la verifica dei parametri di colore, forma e posizione degli elementi protesici (figg. 29-32).