Il mio post-estrattivo Leone: casi clinici nei quattro quadranti presentati step-by-step

Ottobre, 2011
Exacone News 14

Autore: Dott. Fabrizio Dell’Innocenti.

Scopo del lavoro

Posizionare l’impianto in fase post-estrattiva riducendo i tempi operativi, impedendo riassorbimenti ossei da edentulismo ed evitando interventi aggiuntivi (esempio grande rialzo di seno mascellare o altro).

Quadro clinico iniziale

Exacone_14_Innocenti-1

• PAZIENTE A
Sesso femminile di anni 48. Quattro elementi 13.12.11.21 devitalizzati con perni e apicectomie, infiltrati e con riassorbimento osseo crestale.

• PAZIENTE B
Sesso femminile di anni 37. Elemento 25 con frattura sottomarginale.

• PAZIENTE C
Sesso maschile di anni 46. Elemento 36 con frattura del pavimento camerale e riassorbimento osseo crestale.

• PAZIENTE D
Sesso maschile di anni 40. Elemento 45 con perno, frattura e riassorbimento osseo crestale.

Radiografie iniziali

Exacone_14_Innocenti-2

Estrazioni

Exacone_14_Innocenti-3

Si procede con delicatezza alla lussazione dell’elemento dentale cercando di conservare la maggior quantità possibile di osso alveolare.

Perforazione implantare

Exacone_14_Innocenti-4

– L’irrigazione continua della fresa in perforazione ci tutela nei confronti della eventuale necrosi ossea.

– L’asse implanto-protesico corretto è descritto in letteratura come quello che permette di scaricare la forza masticatoria applicata sulla corona protesica in asse con la fixture, quindi senza angoli tra fixture e asse del moncone protesico.

Quanto detto garantirebbe l’assenza di riassorbimento osseo perimplantare una volta che l’impianto sia stato sottoposto a carico masticatorio. In realtà, seguendo con la perforazione la volumetria tridimensionale della cavità radicolare piuttosto che l’asse centrale dell’alveolo, otteniamo maggiori contatti dell’impianto con l’osso.

Diretta conseguenza del posizionamento in cavità radicolare è l’angolazione dell’impianto, spesso messa in discussione a favore dell’asse implanto-protesico senza angolazione. Tranquillizza in questa scelta l’esperienza nelle riabilitazioni implanto-protesiche di arcata con protesi avvitata immediata in tecnica guidata. In questi casi si inseriscono spesso impianti angolati parallelizzati con abutment altrettanto angolati. In queste situazioni non si registra casistica significativa di riassorbimento osseo dopo carico.

– L’utilizzo della forma implantare cilindrica dell’impianto Leone è possibile poiché la cavità radicolare conica viene modificata nel terzo apicale e resa cilindrica, proprio nel terzo apicale l’impianto prende la sua stabilità primaria che raggiunge mediamente i 22 Ncm.

Cavità radicolari perforate

Exacone_14_Innocenti-5

La scelta della cavità alveolare nei denti pluriradicolati viene fatta in base alla profondità, al diametro, alla qualità ossea e al rapporto emergente con l’occlusione antagonista.

LAVAGGIO ANTIBIOTICO
con Cefamezin® 1000 mg/4 ml

Exacone_14_Innocenti-6

Dopo l’estrazione, l’asportazione di qualsivoglia lesione periapicale, il rimodellamento crestale e la perforazione implantare si esegue un lavaggio antibiotico dell’alveolo. Nel protocollo utilizziamo Cefamezin 1000 mg/4 ml fl. Questo passaggio accurato ci permette di bypassare il limite settico comunemente osservato nell’esecuzione dell’impianto post-estrattivo immediato e inserire l’impianto contestualmente all’estrazione. Anche sotto questo aspetto, come per le angolazioni dell’asse implanto-protesico, non si registra casistica significativa di mancata osteointegrazione.

Impianto Leone Exacone®

Exacone_14_Innocenti-7

Impianti in quota aperta

Exacone_14_Innocenti-8

Impianti in quota con tappi di guarigione (Tecnica monofasica)

Exacone_14_Innocenti-9

In questa metodica la scelta è quasi sempre per un tappo di guarigione con piattaforma standard e altezza 3mm. L’altezza minima del tappo è legata a un leggero maggior approfondimento dell’impianto perché il tutto vada a scomparire a livello crestale.

Questa sistematica aiuta a non creare un’emergenza comprimibile in masticazione che costituirebbe un carico immediato.

La scelta della piattaforma standard si basa sul concetto che il tappo abbia il diametro identico alla fixture.

In questo modo la fresa finale traccia il passaggio utile per l’impianto e il tappo in modo che il medesimo possa ingaggiare completamente senza incontrare interferenza alcuna sui picchi ossei crestali.

Perché la scelta di un tappo di guarigione e non di un tappo di chiusura?

Il primo motivo è rappresentato dalla unicità della tecnica monofasica che in tutte le ipotesi di guarigione evita il lembo chirurgico di riapertura. Spesso infatti nei tre mesi successivi all’intervento il tappo affiora o decubita o si lascia intravedere attraverso il lembo di copertura facilitando una semplice opercolizzazione.

Altro motivo è la progettazione del Platform Switching già in fase di prima guarigione con tutti i vantaggi che ne conseguono da un punto di vista meccanico e batterico.

Mobilizzazione del lembo

Exacone_14_Innocenti-10

La liberazione del lembo vestibolare dalle fibre che lo trattengono e la possibilità dello stesso di raggiungere passivamente il lembo palatino (linguale), garantiscono uno sportello di chiusura peduncolato e vascolarizzato del sito chirurgico. L’elaborazione di questo lembo, che proviene dalla chirurgia rigenerativa, è uno dei punti cardine di questa procedura.

Biomateriali in granuli

Exacone_14_Innocenti-11

È il primo biomateriale in ordine cronologico che usiamo condensandolo nella cavità alveolare residua. Il suo utilizzo è motivato dal fatto che buona parte dell’impianto non è a contatto con l’osso alveolare. Essendo la distanza tra osso e impianto maggiore di 2mm in diversi punti si richiede infatti una procedura con tecnica rigenerativa.

Biomateriali in pasta

Exacone_14_Innocenti-12

È il secondo biomateriale in ordine cronologico che usiamo spalmandolo in superficie sulla cavità alveolare residua precedentemente condensata con il granulare. La pasta diventa complementare ai granuli profondi e ci consente una ricostruzione plastica delle irregolarità crestali.

Collagene spugna modalità membrana

Exacone_14_Innocenti-13

Il collagene compresso viene utilizzato per coprire il sito chirurgico in senso mesio-distale e vestibolo-palatale. Questa scelta si è rivelata più compatibile con i tessuti rispetto a una membrana in collagene vera e propria. Per compatibilità intendiamo adattabilità ai volumi crestali modificati dall’intervento, garanzia della stabilità del coagulo, miglior mantenimento trofico del lembo a copertura dovuto a una migliore vascolarizzazione.

Sutura

Exacone_14_Innocenti-14

È indispensabile una sutura attenta del lembo a scorrimento vestibolare che possa garantire la chiusura stabile del campo operatorio.

Radiografie di fine intervento

Exacone_14_Innocenti-15

Finalizzazione del lembo dopo tre mesi con tappi di guarigione ancora in sede

Exacone_14_Innocenti-16

Accesso implantare crestale dopo l’asportazione dei tappi di guarigione

Exacone_14_Innocenti-17

Monconi implantari Leone

Exacone_14_Innocenti-18

I monconi Leone:

    •  correggono e rettificano gli angoli degli assi implantari;
    •  rispettano il Platform Switching impostato dal tappo di guarigione in fase operatoria mantenendo un abutment con profilo d’emergenza di diametro inferiore rispetto al diametro del collo dell’impianto;
  •  rispettano la connessione conometrica estremamente precisa che riduce notevolmente il gap tra i componenti.

Finalizzazione protesica convenzionale con corona metal-ceramica cementata su moncone protesico

Exacone_14_Innocenti-19

Radiografie finali a quattro mesi dall’intervento

Exacone_14_Innocenti-20

Realizzazioni protesiche: Laboratorio odontotecnico SP LaborDental di Stolfi, Parolo e Meloni – Pisa

Ottobre, 2011 - Exacone News 14