Autori:
Odt. Massimiliano Pisa
Titolare del laboratorio Dental Giglio – Firenze
Dr. Stefano Pucci
Libero professionista a Firenze
Nell’odontoiatria moderna ormai è riconosciuta l’importanza del concetto di Platform Switching combinato alle proprietà della connessione implantare conica, perché riescono a garantire una tenuta stabile e duratura nel tempo dei tessuti ed evitano l’infiltrazione batterica durante la masticazione grazie al sigillo microbiologico che si viene a creare.
Un altro enorme vantaggio è dato dal fatto che, grazie alla connessione conica e all’assenza della vite, è possibile cementare la corona extra-oralmente, riducendo in questo modo l’insorgenza di perimplantiti. Tutto questo funziona molto bene sui singoli elementi, ma quando si tratta di ponti il problema della cementazione non può essere escluso, in quanto spesso noi odontotecnici, per nascondere il moncone implantare, dobbiamo scendere eccessivamente sotto gengiva con il profilo della protesi, costringendo l’odontoiatra a peripezie per eliminare il cemento attorno agli impianti stessi, operazione che non sempre è possibile effettuare.
Ed ecco che, per ovviare a questo problema, ci viene nuovamente in aiuto l’utilizzo della conometria anche per l’ancoraggio delle protesi fisse; questo concetto è ormai più che assodato nelle pratiche odontotecniche da decenni ma è anche stato messo da parte nel tempo a causa degli alti costi di lavorazione, dell’ottima padronanza richiesta nell’eseguire la tecnica stessa e dei risultati non sempre predicibili.
Oggigiorno l’industria e lo sviluppo tecnologico ci supportano mettendo a disposizione soluzioni protesiche che sfruttano il concetto della conometria con la produzione di accessori preformati conici da fissare ai monconi. Questo ci permette di tornare a seguire quelle soluzioni protesiche di un tempo in maniera più semplice e con risultati più precisi e affidabili, riducendo in questo modo anche i costi in termini di tempo e materiali.
Per la realizzazione di ponti conometrici fissi su impianti XCN®, la Leone ha sviluppato un moncone in titanio grado medicale 5 con un’emergenza conica a 5° (semi-angolo) e cappette in polietereterchetone (PEEK) che presentano al loro interno la stessa conicità .
La procedura prevede che vengano scelti i monconi MUA appropriati in base a connessione implantare, angolazione e altezza del tratto transmucoso; su ognuno di essi dovrà essere avvitato un adattatore Conic che trasforma l’emergenza del MUA in un’emergenza conica.
A quel punto il laboratorio dovrà realizzare una protesi classica del materiale richiesto dal caso, contemplando sia i volumi della cappetta primaria che della cappetta secondaria in PEEK; una volta verificata la congruità del ponte nel cavo orale, il clinico andrà a cementare la struttura sopra le cappette. La fase finale prevede la rimozione del ponte per eseguire una rifinitura ed un’attenta pulizia dal cemento residuo.
Per la cappetta secondaria è stato scelto come materiale il polietereterchetone (PEEK), un materiale altamente estetico. Si tratta di un polimero biocompatibile con eccellenti proprietà di resistenza meccanica e chimica, con un elevato modulo elastico e un’elevata resistenza all’usura. Queste caratteristiche lo rendono particolarmente indicato per l’uso come cappetta secondaria all’interno di una protesi conometrica. Recenti studi comparativi in vitro hanno mostrato che le cappette conometriche in PEEK offrono lo stesso sigillo microbiologico delle cappette conometriche in metallo (Bressan E, Stocchero M, Jimbo R, Rosati C, Fanti E, Tomasi C, Lops D, Microbial leakage at Morse taper conometric prosthetic connection: an in vitro investigation, Implant Dent 2017;26(5):756-761)
Tutto ciò ci porta ad avere i seguenti vantaggi:
- protesi passiva al 100%
- asportazione totale del cemento sotto gengiva
- eccellente resa estetica senza canali vite da chiudere
- ottimo sigillo periferico che si mantiene nel tempo tra i componenti protesici
- possibilità di facile rimozione della protesi da parte del clinico.
Caso clinico esemplificativo
Il seguente case report mostra step-by-step la realizzazione di un ponte conometrico fisso su due elementi.
Fig. 1 – Impianti Classix Ø 4,1 mm con tappi di guarigione Standard GH 5 mm Fig. 2 – Impronta con transfer Standard GH 5 mm, codice colore giallo Fig. 3 – Modello in gesso con monconi MUA diritti GH 1,5 mm, codice colore giallo, posizionati e ben inconati Figg. 4-6 – Avvitamento degli adattori Conic sui MUA per trasformarli in monconi MUA-Conic utilizzando l’avvitatore dinamometrico da laboratorio Fig. 5 Fig. 6 Fig. 7 – Valutazione degli spazi con l’antagonista Figg. 8, 9 – Posizionamento delle cappette secondarie Fixed sui monconi MUA-Conic con una pressione manuale decisa in modo da ottenere una corretta posizione della stessa Fig. 9 Fig. 10 – Scansione Figg. 11a-b – Progetto CAD mettendo spessori per la cementazione di almeno 120 micron per garantire una buona passività Fig. 11b Fig. 12 – Pezzo realizzato in zirconia HT precolorato prima della sinterizzazione Fig. 13 – Ponte in zirconia sinterizzato Figg. 14, 15 – Controllo dell’adattamento nel modello Fig. 15 Figg. 16-19 – Ponte finalizzato con ceramica estetica vestibolarmente e colorazione monolitica occlusale Fig. 17 Fig. 18 Fig. 19 Fig. 20 – Visione clinica dopo aver rimosso i tappi di guarigione Figg. 21-24 – Prova dei monconi MUA-Conic e del ponte conometrico senza attivare le connessioni Fig. 22 Fig. 23 Fig. 24 Fig. 25 – Monconi MUA-Conic inconati definitivamente negli impianti con il percussore con punta in PEEK Fig. 26 – Percussore con punta curva in PEEK Fig. 27 – Cappette secondarie Fixed posizionate sui monconi MUA-Conic e attivate con il percussore con punta in PEEK Fig. 28 – Cementazione del ponte sulle cappette con Multilink e successiva rimozione del ponte con un levacorone per l’asportazione del cemento in eccesso sia dai tessuti che dalla protesi Fig. 29 – Ponte conometrico appena rimosso: si notano residui di cemento in vari punti Fig. 30 – Ponte conometrico rifinito e lucidato Fig. 31 – Riposizionamento del ponte facendo serrare il paziente interponendo un rullo di cotone. In questo modo la connessione conometrica tra la cappetta primaria e secondaria viene riattivata Figg. 32, 33 – Controllo dei punti di contatto Fig. 33