Autore:
Dr. Leonardo Targetti
Libero professionista a Firenze
Questo case report riguarda un paziente di sesso maschile di anni 67 che si presenta in studio con una protesi rimovibile nell’arcata inferiore stabilizzata con un gancio agli ultimi due denti naturali rimasti. Il paziente lamenta continui fastidi e dolore e chiede una soluzione di facile utilizzo e pulizia, la più stabile ed economica possibile. Dall’esame clinico emerge che i due elementi naturali non sono recuperabili; l’esame radiografico mostra una buona disponibilità ossea in zona interforaminale, idonea per l’inserimento di 4 impianti. Dopo aver illustrato al paziente le opzioni possibili si decide in comune accordo per una protesi conometrica rimovibile su 4 impianti XCN® Leone.
Nella prima seduta chirurgica si estraggono i due elementi naturali e si inseriscono 3 impianti Ø 4,1 L 12 mm e 1 impianto Ø 3,3 L 12 mm. Dopo 4 mesi segue la riapertura con l’inserimento di 4 tappi di guarigione Standard. Si adatta e si ribasa la protesi rimovibile provvisoria sui tappi di guarigione (Figg. 1-4).
Ad un mese dalla riapertura, si prende l’impronta di posizione degli impianti per la realizzazione di un modello in gesso e per la successiva scelta dei monconi MUA. I monconi devono essere scelti in modo che siano perfettamente paralleli tra di loro dato che la protesi deve avere un’unica direzione d’inserzione. In questa fase, l’ampia gamma di angolazioni dei monconi MUA e la possibilità di ruotarli a 360° sono di grande aiuto. Il tecnico inserisce i monconi negli analoghi (in questo caso sono tutti diritti con un GH di 1,5 mm) e avvita gli adattatori Conic sui monconi MUA (Figg. 5-11).
Per il serraggio definitivo degli adattatori Conic sui monconi MUA è disponibile un avvitatore dinamometrico da laboratorio. Si ottengono così dei monconi conometrici (MUA-Conic) che permettono l’ancoraggio della protesi tramite frizione conica. Successivamente il tecnico posiziona le cappette conometriche Mobile in PEEK sui monconi MUA-Conic (Figg. 12, 13).
A questo punto abbiamo tutti gli elementi per sviluppare la protesi definitiva che dovrà disporre degli spazi adeguati per accogliere le cappette conometriche Mobile e la resina per ribasatura (Figg. 14-16). Dopo una valutazione funzionale ed estetica in bocca, il laboratorio finalizza la protesi definitiva (Fig. 17).
L’ultima seduta è quella della consegna della protesi. Dopo aver rimosso i tappi di guarigione, si inseriscono i monconi MUA-Conic negli impianti (Figg. 18-20) e si inconano le cappette Mobile sui monconi (Fig. 21); in questa fase sono molto utili le punte in PEEK che permettono la battuta sia dei monconi MUA-Conic che delle cappette conometriche senza rischiare di danneggiarle (Fig. 22).
Nel caso di gengiva sottile, in cui il Platform Switching del moncone non è del tutto coperto dal tessuto gengivale, è consigliabile riempire il sottosquadro del moncone con del materiale facilmente rimovibile (es. Plastor o Cavit) per impedire che la resina coli nel sottosquadro. Si applica un velo di adesivo nelle cavità della protesi predisposte per le cappette conometriche (Figg. 23, 24) e si riempiono le cavità con la resina (Fig. 25).
La protesi viene quindi posizionata sopra le cappette nel cavo orale per la polimerizzazione; per evitare che il paziente eserciti un’eccessiva pressione sulla protesi comprimendo i tessuti molli, non far chiudere la bocca durante questa fase di lavoro, ma tenere la protesi con le dita in posizione esercitando soltanto una corretta pressione fino al termine del processo di polimerizzazione (Fig. 26).
Dopo aver rimosso la protesi, si asporta la resina in eccesso; il bordo inferiore delle cuffie deve essere privo di resina. Dopo averla lucidata (Fig. 27), si consegna la protesi (Fig. 28) e si mostra al paziente come inserirla e rimuoverla per l’igiene quotidiana.
Il paziente porta questa protesi ormai da due anni e mezzo. In questo periodo di tempo sono stati effettuati tre controlli.
La situazione clinica è ottimale, i tessuti gengivali sono sani e stabili (Fig. 29), dato che la protesi è saldamente supportata dagli impianti e si appoggia distalmente sui tessuti senza però comprimerli. Fino ad oggi non è stato necessario né sostituire le cappette in PEEK né intervenire sulla protesi (Figg. 30-32). Il paziente è molto soddisfatto e ci dice che la protesi è estremamente stabile: per la prima volta da anni gli sembra di avere di nuovo dei denti veri. Anche la pulizia quotidiana è semplice e veloce dato che la protesi si lascia rimuovere e riposizionare con grande facilità .
Realizzazioni protesiche: Laboratorio Odontotecnico Alessandro Nannucci, Firenze